In epoca romana il territorio di Campodarsego era strutturato urbanisticamente secondo i canoni della centuriazione, cioè dell’organizzazione agraria con cui i Romani dividevano il terreno in centurie, quadrati di circa 710 metri di lato, da ripartire in poderi destinati ai coloni.
Il territorio era soggetto alla giurisdizione della vicina Padova (Patavium), che comprendeva tutta l’area fino all’agro Altinum (Altino) a est e all’agro Acelum (Asolo) a nord. L’arteria stradale principale che collegava Padova ad Asolo era costituita dalla Via Aurelia, così chiamata dal proconsole C. Aurelius Cotta nel 74 a.C., che ingrandì la pista dei Veneti. Essa, disposta in direzione da sud a nord, costituiva il cardine massimo del graticolato romano e si intrecciava ad angolo retto con il decumano massimo, l’attuale via Desman a Borgoricco.
All’interno di questa area, delimitata geometricamente dal cardine e decumano massimo, si sviluppava un intreccio e geometrico reticolato di vie minori, che ancor oggi è possibile ammirare da una visuale area.
Così a Campodarsego la via Caltana, la via Pioga e la via Frattina solcano il tracciato dei vecchi decumani (via Caltana) e cardini (via Pioga e via Frattina).